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TRACCE DI MEMORIA - Discorso di un'alunna rappresentante la scuola Panzini alla premiazione con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

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"Da quel momento tutto è cambiato nulla è stato più lo stesso". Queste le parole di una dei sopravvissuti alla strage di Bologna del 2 agosto 1980, di nome Patrizia. Le ha dette quasi sussurrandole, commossa, a noi ragazzi di terza media che avevamo solo sentito parlare di quella bomba e anche di un orologio fermo alle 10.25 per ricordare 85 morti.
Oggi io vorrei dire che anche per me e i miei compagni non è stato più lo stesso. 

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In quei giorni abbiamo imparato che i luoghi in cui viviamo hanno delle ferite e alcune, come la strage di Bologna, non sono ancora guarite. No, non è stato più lo stesso, perché dalla storia capisci che il mondo non è diviso in modo così netto in bianco e nero, buono e cattivo.
Quando si arriva in terza media si è più grandi ma sono proprio gli argomenti che si studiano a far sì che finisca definitivamente l’infanzia.
Era tutto più semplice negli anni precedenti, la storia era più simile a una fiaba: l'intrigante Elisabetta I, il metodo scientifico di Galilei, la Rivoluzione Francese - liberté, égalité, fraternité -, tanti morti sicuramente, ma è tutto così lontano e sembra anche semplice da capire. In terza, invece, si rompe quell’incanto che da bambini non ci faceva chiedere se il cattivo aveva pagato, perché sapevamo che c’era sempre il lieto fine; scopriamo che ci sono tante sfumature e che dietro una bomba, per esempio, ci sono tante ragioni non solo una e tutto è più complicato. In quel momento, ti si spezza qualcosa dentro perché vorresti che il mondo fosse davvero come le storie che leggevamo da bambini: i buoni e i cattivi, i colpevoli e gli innocenti. Invece ora noi sappiamo che l’Associazione dei familiari delle vittime di Bologna aspetta ancora di sapere i mandanti della strage. Sarebbe bello, e oggi lo dico a voi, se almeno questa storia si potesse chiudere con dei colpevoli certi, con delle responsabilità accettate che non le darebbero un gusto dolce ma almeno un sapore diverso, quello di cui tutti abbiamo bisogno per vivere: il sapore della giustizia.
Ringrazio l’Associazione Piantiamo la memoria, Riccardo Lenzi, Cinzia Venturoli, Marco Coppola per averci seguito in tutte le fasi del progetto, le nostre professoresse di storia, la Preside dell’Istituto n. 4 di Bologna, voi tutti per essere qui oggi ad accoglierci, ad ascoltarci, a premiarci e infine, l’Associazione tra i Famigliari delle Vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980 perché attraverso la loro azione continua e instancabile ci hanno insegnato che non c’è dolore che non contenga speranza.

 

 

 

 

 

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